lunedì 13 novembre 2017

Superman Lazlo Bane

Quando hai qualcosa da dire ma sostanzialmente non sai come esprimerlo solitamente ci si rivolge all'aiuto di una canzone. In queste ultime settimane avrei tanta voglia di esprimermi e di parlare ma nessun suono o pensiero esce dalla mia mente. Quindi mi avvalgo della facoltà di farmi aiutare da una canzone. E' stata la prima che ho ascoltato ininterrottamente quel maledetto giorno che sono dovuta correre a casa. E' una delle canzoni che ha segnato anche la mia infanzia e ora come mai credo esprima al meglio tutto quello che non riesco a dire.

P.S. Vi scongiuro ditemi che vi ricordate di quale serie è la sigla.

Out the door just in time
Head down the 405
Gotta meet the new boss by 8 a.m.
The phone rings in the car
The wife is working hard
She's running late tonight again

Well, I know what I've been told
You got to work to feed the soul
But I can't do this all on my own
No, I know, I'm no Superman
I'm no Superman

You've got your love online
You think you're doing fine
But you're just plugged into the wall
And that deck of tarot cards 
Won't get you very far
There ain't no hand to break your fall

Well, I know what I've been told
You gotta know just when to fold 
But I can't do this all on my own 
No, I know, I'm n Superman
I'm no Superman

That's right

You've crossed the finish line
Won the race but lost mind
Was it worth it after all? 
I need you here with me
Cause love is all we need
Just take a hold of the hand breaks the fall

Well I know what I've been told
Gotta break free to break the mold
But I can't do this all on my own
No I can't do this all on my own
I know that I'm no Superman
I'm no Superman

Someday we'll be together 
I'm no Superman 
Someday, someday we'll be together 
Someday
I'm no Superman




E nemmeno tu sei Superman piccola mia. "Un giorno saremo di nuovo assieme" dice il testo, speravo di non doverti ritrovare in circostanze come queste. 



martedì 24 ottobre 2017

Fun, some nights - Traduzione

Ripropongo. Scritto nel 2012 (cinque anni fa mamma mia). Non so perché ma credo che ora più che mai queste parole siano importanti e significative. Ora più che mai sento il bisogno di riproporle.

Certe notti, resto in piedi facendo i conti con la mia sfortuna
certe notti, lo chiamo un pareggio
certe notti, vorrei che le mie labbra potessero costruire un castello
certe notti, vorrei semplicemente che crollassero

Ma mi sveglio ancora, vedo ancora il tuo fantasma
Oh Signore, non sono ancora sicuro per cosa lotto
per cosa lotto?
La maggior parte delle notti, non lo so più ...

E' tutto qui, ragazzi, questa è guerra
cosa stiamo aspettando?
Perché non abbiamo già infranto le regole?
Non sono mai stato tipo da credere nella pubblività
la lascio al bianco e nero
Ci provo il doppio e piaccio solo a metà,
ma ecco che tornano a sollevare il mio stile

E va bene; ho trovato una martire nel mio letto stanotte
Lei impedisce alle mie ossa di domandarsi chi sono
Chi sono?

Beh, certe notti, vorrei che tutto questo finisse
perché potrei usare qualche amico per cambiare
E certe notti, ho paura che ti dimenticherai di nuovo di me
Certe notti, vinco sempre, vinco sempre ...

Ma mi sveglio ancora, vedo ancora il tuo fantasma
Oh Signore, non sono ancora sicuro per cosa lotto
Per cosa lotto? Per cosa lotto? 
La maggior parte delle notti, non lo so ... avanti

Quindi è tutto qui? Ho venduto la mia anima per questo? 
Me ne sono lavato le mani per questo?
Ho perso mia mamma e mio papà per questo?

no. Quando vedo le stelle, sono proprio stelle
Quando ascolto delle canzoni, hanno il suono di un cigno,
Allora avanti, oh avanti...

Beh, è così ragazzi, è tutto qui 
cinque minuti e sono di nuovo annoiato
Dieci anni di tutto questo, non sono sicuro che qualcuno possa capire
Questo non è per le persone a casa
Mi spiace partire, mamma, devo andare
Chi cazzo vuole morire da solo,
tutto disidratato sotto il sole del deserto?

Il mio cuore si sta spezzando 
per mia sorella e quell'idiota che lei chiama "amore"
Ma quando guardo negli occhi mio nipote
Amico, non crederesti alle cose meravigliose
che ne possono venir fuori ...
Certe notti terribili ...

L'altra notte non crederesti al sogno che ho fatto su me e te
Ti ho chiamata, ma siamo stati entrambi d'accordo che
Fosse meglio che tu non ascoltassi
Fosse meglio che mantenessi le distanze

Fosse meglio che non ascoltassi
Fosse meglio che mantenessi le distanze ...



sabato 7 ottobre 2017

Ciclo e Paranoie

Parola che fa paura e terrorizza migliaia di uomini (E donne) all'ascolto.
Ma sì,miei cari, esiste il ciclo noi donne ce lo sorbiamo dai nostri 12/14 anni (so che ci siete anche voi primizie che lo subite da ben prima , vi sono vicina) e conviviamo con esso fino ad una veneranda età.
È una realtà che esiste e che sta uscendo fuori dal guscio solo negli ultimi tempi, viene comunque sempre visto come qualcosa di tabù che è bene non sventolare troppo e soprattutto è bene celare ai maschietti. Cosa a mio avviso molto sbagliata (che faccio anche io per una mentalità cresciuta con questo ideale) ma che ritengo comunque inopportuna perché è bene che gli uomini imparino a capire che questo non è solo un momento per dare in escandescenze ma è un momento nel quale non siamo al 100x100 ma è una cosa assolutamente normale che passerà.

Ci sono vari modi nei quali la donna reagisce al ciclo: ci sono le fortunate che non sentono alcun dolore o un lieve fastidio, quelle che hanno dolori vari, quelle che hanno nausea e vomito, coloro che sentono forti crampi e c'è persino chi soffre di estremo dolore tanto che è costretto ad andare in ospedale*. E molto altro,abbiamo uno spettro molto ampio che comprende i classici cinematografici sbalzi d'umore e la perenne fame dolcifera e non devastante.**
*posso giurare che è vero e non sto esagerando nulla,anche questa è una realtà della vita femminile che non viene mai mostrata*
**un sintomo non esclude gli altri perciò in quei giorni possiamo passare anche per ogni stadio sopra citato**

Personalmente faccio parte della categoria nausea+vomito (yippy) e vi posso assicurare che non è piacevole ne per me che la vivo ne tanto meno per le persone che mi sono accanto che sono costrette a vedere un fantasma vagare per casa che crolla ovunque si trovi e dorme per ore per poi correre nuovamente in bagno. Può sembrare comico scritto così devo ammetterlo ma non lo è.

Ma sorvolando la mia esperienza personale che a voi non frega un cazzo ma io la dico lo stesso (pappapero) mi sono messa a pensare a quante donne si trovassero nella mia situazione e a quante succeda molto di peggio. Valutando un poco il corso della storia e anche la storia attuale mi è venuto naturale pensare che forse è anche per questo che ad una donna viene associato il termine "sesso debole" e venga addirittura discriminata. Non sto affatto dicendo che sia giusto.

Mi spiego meglio. Se una donna una volta al mese per un tot di giorni è fisicamente impossibilitata ad essere al 100x100 attiva e a poter usare al meglio le sue possibilità e capacità forse allora è "normale" che venga associata ad aggettivi come debole. Ciò non giustifica il fatto che venga discriminata e resa succube di un meccanismo maschilista; ma dato che in quei giorni la donna perde un po' della sua forza (che ha in abbondanza) allora anche lei si sentirà più debole e più incerta.

Mi spiego ancora meglio per non iniziare ad essere accusata di qualsiasi cosa: il mio ultimo mese sotto questo punto di vista è stato abbastanza atroce dato che sono stata incapace anche solo di camminare ma ero a casa dei miei quindi problemi non c'erano ma mi sono posta la seguente domanda "e se io convivessi con il mio ragazzo?". Ed ho iniziato ad avere mille paranoie perché in quel determinato periodo io sarei solo uno straccio buttato lì in un angolo che ogni tanto deve correre in bagno. Non faccio altro. Non servo ad altro. Sarei un peso importante della quale il poveretto dovrebbe prendersi cura, come se non fosse già abbastanza dura prendersi cura di sé stessi!

Quando sto male sono molto autonoma e non voglio aiuti esterni se non strettamente necessari quindi problemi probabilmente non si potrebbero ma determinate situazioni mi fanno sentire debole. Mi sentirei un peso per la persona che mi sta accanto, probabilmente non riuscirebbe a capire che sono dolori veri* e che non passeranno con una pasticca.**
*altro problema gli uomini che non comprendono che il ciclo comporta dei dolori veri*
**nel caso di alcuni dolori/fastidi basta effettivamente una pasticca perché passino almeno per un po', ma in altri casi come il mio dato che mi è impossibile ingerire la qualunque una pillola non fa al caso nostro**

Mi sentirei di monopolizzare per quei momenti la vita dell'altra persona e considerando che si tratta di un dolore che è destinato a ripetersi nel tempo queste sensazioni negative di disagio aumenterebbero e non passerebbero nel corso del tempo. Per non parlare della vista in se e di tutto ciò che comporta lo sporcarsi, il macchiare indumenti, lenzuola e panni vari che porterebbero (e sono sicura in passato hanno sicuramente portato) ulteriore disagio.

Quindi andando ad accumulare disagi+disagio posso comprendere come nel passato queste cose non fossero solo tabù ma fossero considerate anche cose scandalose e che rendono la donna un incubatrice inadatta a svolgere qualsiasi altro tipo di lavoro.

Siamo forti e possiamo superare ogni cosa e il mio fermarmi e stare male non fa di me una debole o non sminuisce in alcun modo ciò che faccio e ciò che sono ma resta il fatto che mi fermo, che devo avere una pausa e in questa pausa starò male (che comunque può essere attribuita come cosa anche alla mia vita in generale ma questo è un altro discorso) e che potrei essere un "peso" per qualcuno.

Potrei parlare anche delle pubblicità idiote di adesso degli assorbenti ma mi fermo qui speranzosa che il messaggio sia arrivato. Fatemi sapere

venerdì 15 settembre 2017

Mea culpa

Forse si è perso il contatto con la realtà. Questa tecnologia ci sta distruggendo la vita.
E' vero ci permette di essere in contatto con persone che altrimenti lontane e con le quali sarebbe impossibile comunicare. Ma ci sta comunque distruggendo, me ne rendo conto benissimo.
Basta che mi guardi dall'altro quando viene sera; un tempo ero dedita ai film, alle serie ad un buon vecchio e caro libro, mi appassionavo e niente e nessuno poteva disturbarmi.
Adesso sono sempre con il telefono in mano a rispondere a messaggi o a controllare social dei quali non comprendo la mia spasmodica ossessione.

Forse perché ci friggono il cervello con cose semplici, rapide e con musiche accattivanti e immediate. Ti prendono subito e continui a scorrere senza renderti conto che sono passati non cinque minuti come ti fanno credere ma ore intere. Ore intere a fissare uno schermo con lo sguardo assente.

Sono una malata del telefono. Devo sempre controllarlo, averlo in mano o tenerlo vicino. E non mi rendo conto che quando faccio qualcosa mi allontano da lui e passo del tempo migliore che in sua compagnia. Posso comunque stare bene.

A volte penso che vorrei essere famosa. Avere mille foto belle, mille utenti che mi seguono e mi commentano stati o altro. Avere una vita piena di cose da fare e per questo poter caricare foto e video di tutte le cose interessanti. Poi ragiono. Questa tecnologia ci sta distruggendo, questa visibilità, tutto questo è assurdo.

Continuando ad immergerci in questi social perdiamo il contatto con realtà e sentimenti, virtù e morale. Non esistiamo più. Diventiamo tutti degli automi malati di notorietà, anche per brevi attimi, che non si sconvolgono più nemmeno davanti ad un morto, neanche dovesse essere loro parente.

A volte sono così estranea alla vita da non provare alcun sentimento per nessuno. Sto o parlo con le persone solo perché mi danno attenzioni e non mi fanno rimanere sola. Ma di loro non mi importa mai veramente.

Prima avevo paura di questa cosa; sapevo che era sbagliata e avevo piccoli attacchi di panico per questo. Non volevo far del male alle persone che mi volevano bene, fingere vero interesse non è mai un bene. Ma adesso non ho più nemmeno quelli. Non mi importa di nulla e di nessuno, nemmeno del mio futuro, basta solo che le persone mi parlino e non mi lascino da sola quando voglio io.

Sto ferma qui a non fare niente. Razionalmente so che non posso continuare così, so che devo muovermi e fare qualcosa ma allo stesso tempo rimango ferma qua a fingere sentimenti e a costruire il niente. Vuota completamente.

Anche in questo caso do la colpa alla tecnologia quando la colpa è solo mia.

lunedì 24 luglio 2017

Mi racconto

Ho scritto questa lettera mesi fa in risposta ad una di un mio amico molto caro. Ci siamo raccontati, ci siamo detti quelle cose che sapevamo ma che non avevamo il coraggio di dire apertamente a voce.
Questo non è un modo per essere "compatita", per avere attenzione o che so io.
Questa è solo una lettera scritta una notte col cuore in mano e la mente bene in allerta, è solo una lettera che racconta qualcosa che mi è capitato e che come ogni cosa mi ha portato ad essere quella che sono. E sì, è anche una lettera per una persona speciale che mi vuole un gran bene e non vorrebbe che mi succeda più nulla.

In un certo senso forse devo dire grazie a tutto questo perché mi è servito da lezione molto più delle lezioni in aula.
(Riporto la lettera come l'ho scritta senza cambiamenti se non le correzioni di errori di ortografia)

"Non ti ho risposto prima perché eri impegnato con l'esame di economia e non volevo in alcun modo distrarti ulteriormente. Che dire, nulla. Lo comprendo e capisco e l'unica cosa che posso fare quella di provare a raccontarmi come hai fatto tu. 

Io non ho mai avuto problemi di solitudine, ero e sono sempre stata per i fatti miei vivendo nel mio piccolo mondo immaginario. E forse è stato proprio questo il problema. Il non riuscire ad integrarsi nel mondo vero, l'interagire con le persone. Tutti erano più avanti, più uniti, parlavano di cose normali ma a me non importava perché avevo il mio mondo e nel mio mondo vivevo bene. Forse è anche per questo che crescendo sono sempre stata amica di persone strane o particolari, soprattutto di persone con una spiccata intelligenza amanti della lettura; perché in fondo anche loro vivevano nel loro mondo. 
Però crescendo le cose si sono fatte più pesanti. non c'è posto per le fantasie da bambina tutte sono già donne, già adulte, tutte sembrano far parte di un club esclusivo nel quale puoi entrare solo se fai le loro stesse cose. Non mi è mai andato a genio essere come gli altri, avere le stesse cose degli altri. No, non ci sto. Non voglio. 
A casa mia o con la mia vecchia amica era possibile essere me stessa ed essere felice, però le cose cambiano in fretta e lo stare a contatto ogni giorno per cinque ore o più con delle ragazze che sono omologate non è facile. La mia amica aveva conosciuto altre ragazze , usciva con loro e si divertiva e mi portava con sé a volte ma questa è un'altra storia. 
Fatto sta che ad un certo punto mio malgrado aprii gli occhi e vidi attorno a me persone che mi prendevano in giro, non solo a me, che credevo un po' amiche e che si erano rivelate invece false. 
Vedendomi già come diversa in partenza questa cosa non ha fatto altro che amplificare il mio disagio. Ed eccola lì la presenza che mi segue ovunque, che non mi ha più lasciato. 
Essere a disagio con me stessa e con gli altri.
Chi parla di bullismo solo quando una persona di ammazza o solo quando qualcuno viene picchiato sbaglia. Quelli sono gli eccessi, la fine di tutto un meccanismo che parte da dietro. Il bullismo parte dagli atteggiamenti, le occhiate, le risate, piccoli commenti che noterai sempre di più. Fin ad arrivare a credere che ogni singolo minuto chiunque nella tua stanza stia parlando e ridendo di te. (Che poi alla fine magari si rivela anche essere vera come cosa) Un carattere debole come il mio poi, crolla facilmente.  Mantieni le apparenze e cerchi di svagarti fino all'ultimo, non vuoi crederci e non vuoi pensarci ma arrivi ad un certo punto nel quale ti senti un errore, uno sbaglio e crolli. 
Non sei come le altre, non pensi come le altre, i gesti, i modi, le cose che fai tutto sbagliato.
Tutto da correggere.
Tu non sei adatta a stare qua.
Non sei in grado di avere una vita normale.
Dove è che sbagli? Come puoi andar bene così?
Diversa. Strana. 
Tutto da rifare. 
Inadatta.
Così inizi senza rendertene conto ad avere paranoie e ansie a livelli sempre maggiori, ti chiusi in te stessa, inizi a stare male a piangere sempre più spesso, ad essere scontrosa ad arrabbiarti per tutto. Poi hai un briciolo di coraggio provi a chiedere aiuto ma nessuno ti ascolta, le tue parole vengono sommerse ed ignorate per l'ennesimo sabato sera fuori in discoteca al quale partecipi anche tu solo per cercare di non crollare. Ma è inevitabile. 
Così ogni mattina ti svegli con la nausea e alcune volte vomiti per questo non fai colazione né a casa né in aula, il pranzo è leggero quasi inesistente. Poi ti chiudi in camera dicendo di studiare, ti butti a terra e piangi. Fino ad esaurire le forze. Per poi riprenderti miracolosamente. Ti riprendi un poco giusto il tempo di una cena, film, serie tv e dopo notti insonni, l'angoscia ricomincia. Domani dovrai rivedere quei volti, sentire quelle voci. E allora non si dorme si pensa o si corre nuovamente a vomitare. Così per giorni, poi mesi ed infine passa un anno. E tutti si accorgono che stai un po' male, che sei messa male ma nessuno che venga da te a darti una mano. 

Io sono sola. Sono sola perché mi sono rialzata da sola. Ho capito cosa sono le cose importanti e piano piano ho eliminato tutte le altre. Amicizie superflue, via. Rapporti sbagliati, via. L'amica che consideravo mia sorella l'ho persa il primo anno di università (stavo male anche all'ora perché questo è il percorso sbagliato e le continue litigate con lei e il suo costante ignorarmi non mi aiutava), mi ha mentito, nascosto milioni di cose. Ma questo non è importante. Troppi dettagli che adesso non sono importanti. 
Quando riesci a capire ciò che conta e comprendi gli errori di quelle persone allora per te non esistono. Ti svegli la mattina e entrando in aula vedi solo il tuo banco, la tua compagna e una o due persone. Il resto è buio. Il resto non esiste. Non percepisci più i suoni, non vedi più i volti. Prosegui finché quelle persone non spariranno per sempre dalla tua vita. 
Anni dopo ho detto ad una mia amica di ballo quello che mi era successo in quegli anni e lei per tutta risposta ha detto "Sapevamo che c'era qualcosa che non andava ma finché non eri tu a fare il primo passo, noi non volevamo immischiarci". Stronzata. Fai così e perdi qualcuno o in termini di amicizia o in termini di vita.

Ho scritto anche troppo, ti chiedo scusa.

P.S. Tu hai la tua solitudine io ho la mia angoscia"

Che dire.
Posso dire che ci sarebbe altro da dire ma penso che la questione si capisca anche così. Questo non è il classico post che faccio solitamente ed è molto lungo ma mi sentivo di condividerlo. Dico anche che questo disagio e questa angoscia non sono ancora totalmente passate: detesto tutt'ora trovarmi in luoghi molto affollati, mi sento a disagio quando devo fare nuove conoscenze, mi piace il mio corpo ma conosco i suoi difetti e vorrei fare qualcosa per migliorarlo,  continuo a sentirmi diversa in alcune situazioni nonostante apprezzi la persona che sono, non riesco ancora ad interagire bene con gli estranei e tendo sempre a non parlare mai di me. Ecc.. ec..
Ma non sto più male, posso ritenermi contenta e nel mio piccolo assieme alle persone giuste sono felice. Non credo che si possa cambiare radicalmente il proprio modo di pensare in pochi anni ma credo che piano piano le cose possano andare meglio e i ragionamenti di una persona possano migliorare.

Questa è solo una lettera, è solo una storia. Ma ogni storia può far pensare e può dare una mano.
Non credo che per questa sia così ma se mi dovessi sbagliare sono contenta.
Prendete queste parole un po' come volete voi ma vi prego di farne l'uso migliore.

Pi greco

lunedì 17 luglio 2017

Tante (anche troppe) domande

Dato che mi diverto molto male e oggi è proprio la giornata del "non ho voglia di fare niente solo di sguardare cose stupide su internet" e dato che mi annoio (come ... sempre.)

Forse dovrei fare qualcosa della mia vita. . . . Naaah!

Mi sono imbattuta in un centinaio di domande alle quali le ragazzette o ragazzetti rispondono allegramente tutti contenti di spiattellare la loro vita a qualcuno (le domande sono molto sceme in realtà) , dato che questo blog spiattella più o meno i miei avvenimenti o comunque quello che mi passa per la testa e visto che mi sento frivola e in vene di sciocchezzuole , ho voluto rispondere a queste domandine sceme.

Ma ogni tanto ci sta suvvia, lasciamoci invadere la testa dai social e dalle frivolezze.

- Segno zodiacale?  Gemelli (questo spiega già tutto)
- Sei uomo o donna? Domanda più che legittima. Donna.
- Colore dei capelli? Al momento viola.
- Occhi? Verdi
- Altezza? Dalla testa ai piedi.
- Vorresti cambiare il tuo nome? Mmmmm sì.
- Hai una migliore amica?
- E un migliore amico? Ci sto lavorando.
- Ti sei mai innamorata? Si può dire di sì.
- Credi nell'amore a distanza? Assolutamente sì.
- Ultima cosa che hai bevuto? Acqua. Sono una persona triste.
- Social Network preferito? Instagram.
- Di cosa hai paura? Al momento di essere aggredita.
- Ultima canzone ascoltata? "Sei un mezzo di me" di Levante.
- Ti piace la scuola? No.
- Cantante preferito? Vasco. (sì ,sì lo so ...)
- Hai mai perso qualcuno di speciale? In termini di vita no, di allontanamento sì.
- Sei mai stata depressa? Sì.
- Ti sei mai ubriacato? No. Sono una persona molto triste.
- Elenca tre colori che ti piacciono: Rosso, Turchese, Viola.
- Litigato con qualcuno? Non ancora.
- Riso fino a piangere? Con lei sempre.
- Incontrato qualcuno che ti ha cambiato la vita? Più di una volta.
- Capito chi sono i veri amici? Ancora non del tutto.
- Beccato qualcuno che stava parlando di te? Tantissime persone. In positivo e in negativo.
- Sei felice? Abbastanza.
- A che ore ti sei svegliata questa mattina? 11
- Che stavi facendo la notte scorsa a mezzanotte? Serie tv.
- Quale è la cosa che ti auguri di cambiare nella tua vita? Il fatto di riprenderla in mano.
- Che cosa stai ascoltando ora? I rumori della strada nella notte.
- Cos'è l'amicizia per te? L'esserci sempre e dirsi tutto. Ma proprio tutto eh!
- Per te sono più importanti la salute o il denaro? Domanda trabocchetto. Uguali in modo differente.
- Che cosa ti da sui nervi? Le persone che si prendono troppa confidenza con relative battutine.
- Cioccolato bianco o nero? Nero tutta la vita.
- Al latte o fondente? Mmmm metà e metà? Più per il fondente ...
- Hai tatuaggi? No. Ne ho in programmazione per il futuro almeno due.
- Piercing? No.
- Baci o abbracci? Entrambi contemporaneamente se possibile.
- Prima migliore amica? Tia
- Primo sport cui hai partecipato? Ballo.
- Animale domestico? Ora una gattina.
- Primo concerto? Escludendo quelli da bambina dove mi portavano i miei che non ricordo però; direi il primo al quale sono stata da sola:  Caparezza.
- Prima cotta? Davide alle elementari.
- Quanti bambini vorresti avere? Sò un poco gggiovane. Ma o uno solo maschio o due gemelli FM.
- Vuoi sposarti? Se non c'è altra alternativa sì.
- Ragazzo/a ideale?  Troppe caratteristiche ci sono. D'aspetto: moro occhi chiari se possibile verdi.
- Labbra o occhi? Occhi.
- Dolce o stronzo? Ma secondo te?! Dolce.
- Romantico o spontaneo? L'una non esclude l'altra.
- Sensibile o superficiale? Una cosa omogenea di entrambe le cose.
- Storiella o relazione? Entrambe.
- Provocatore o sincero? Entrambe.
- Quale carriera hai in mente? Nessuna.
- Parolaccia che dici più spesso? Cazzo.
- Avuto la sospensione a scuola? Mai. Sono stata molto brava.
- Perso gli occhiali o le lenti a contatto? Perso un paio di occhiali da sole in un camerino anni fa.
- Ti sei mai innamorato al tuo primo appuntamento? Sì.
- Spezzato il cuore di qualcuno? Sì.
- Avuto il tuo cuore spezzato? No. Delusa e incazzata sì.
- Pianto per la morte di qualcuno? Sì.
- Avuto una cotta per un tuo amico? No.
- Sei mai stato arrestato? No ma più di una volta avrebbero dovuto farlo.
- In te prevale più sentimento o ragione? Ragione sempre e comunque.
- Avuto più di un ragazzo contemporaneamente? Sì.
- Detto a qualcuno che lo ami? La mia migliore amica conta?
- Credi nei miracoli? Credo nelle botte di culo.
- Nell'amore a prima vista? Sì.
- Nel Paradiso? Sì.
- Nel vero amore? Sì ma nelle sue più diverse forme.
- Negli Angeli? Forse.
- In Dio? Credo in una forza creatrice non ben identificata.
- Ti sei rotto le palle di rispondere alle domande? Stranamente no.
- Cosa farai dopo? Serie tv. Ovvio

La giornata giunge al termine (ho iniziato il pomeriggio e lo finisco la sera tardissimo) me ne vado subito a guardare una serie tv anche se dovrei dormire ... ma non importa.
Finiscono qui le mie facezie per questo giorno.

venerdì 14 luglio 2017

Pensieri sparsi

Il tuo odore sulla mia maglietta. Ora non c'è più. Si è dissolto, sparito per sempre anche dal mio ricordo. Invidio colore che riescono a ricordare un profumo, che hanno potuto essere così in sintonia e in amore per qualcuno da ricordare persino il suo odore.
Non ricordo più nemmeno i tuoi occhi. Non li guardavo mai in effetti. Facevo e faccio fatica anche ora. Troppo puri, troppo chiari, forse troppo tutto. In grado di giudicarmi, di sapere e capire. Carpire informazioni, vedere quando sto male.

Sai qualcosa di me? Della mia famiglia, del mio passato? No, nulla. Come del resto tutti gli altri. Ad ognuno la sua vita e le sue storie con me. Riuscirei ad essere una brava spia. Cambiare identità , cambiare nome e restare un mistero per chiunque. Facile. Riuscirei ad essere anche una brava amante. Se non fosse che poi finirei con l'innamorarmi o coll'abbandonare tutti.
Se chiedete ad ogni persona che è stata e sta ancora sulla mia strada informazioni sul mio conto e sul mio carattere, forse avreste una vaga idea della mia vita e dei miei pensieri.

Forse sono un tipo da città. Una di quelle che vedi una volta passare per la tua strada e potenzialmente essere chiunque. Anche il grande amore della tua vita, perché no. Una qualunque in mezzo ad una folla di persone qualunque, ognuna con la sua caratteristica e il suo stile. Un giorno sarei più sportiva, l'altro elegante, un'altro ancora potrei essere scambiata per ragazzo, una volta per bambina, l'altro ancora per adulta.
Non riuscirebbe a capire chi sono nemmeno uno psicologo.

Oppure tutto questo è normale. Tutti siamo così e tutti mentiamo. Tutti giriamo facendoci vedere felici e senza pensieri nascondendo, a seconda della persona che troviamo davanti, un pezzo della propria vita e del proprio carattere. Forse fa parte della natura umana e basterebbe dircele queste cose o trovarle scritte da qualche parte (cosa che non escludo) per essere più tranquilli. Più sereni e privi di angosce.

Ma alzi gli occhi e attorno a te vedi solo persone felici e realizzate.

Forse sono solo un normale essere umano: un essere straordinario.

giovedì 1 giugno 2017

Autoanalisi di una psicopatica

Dopo molto tempo oggi ho pianto. Un pianto forte, continuo. Liberatorio quasi.
Ero nella tua stanza; controllavo che tutto fosse chiuso e volevo vedere ancora la tua collezione di fumetti (rigorosamente marvel) che ancora non sono riuscita a leggere. Poi ho visto il blocco regalo dell'agenzia immobiliare, quel blocchetto così nuovo con le decorazioni verdi e la penna luccicante accanto, così mi è venuta voglia di lasciarti un biglietto. Così per gioco. Un bigliettino di ringraziamento, qualcosa di semplice e simpatico. Ma poi ...

Poi mi sono resa conto che era troppo. Che qualcosa bho , non andava.  Non perché ti stavo scrivendo un bigliettino stupido ma per quello che c'era scritto. Nero su bianco (e verde) si era concretizzato qualcosa, era evidente ciò che mi sfuggiva prima. Sono troppo poco per te.
Sembra una frase fatta, una di quelle da film esistenziale o da serie TV sugli adolescenti americani ma è il miglior modo che ho trovato per descrivere come mi sentivo. E ho iniziato a piangere. Non sapevo nemmeno perché. Lo capisco a malapena ora. Tu sai esattamente come sei , sai che quello che hai passato ti ha reso forte e ti porterà ad essere una persona di sani principi e decisa nelle sue azioni, una persona che ormai non esiste quasi più al mondo. Lo sai, lo dici ma il tuo non è un vanto, non è per mostrare la tua bravura al mondo ,la tua è consapevolezza.  Sai di essere riuscito dove altri avrebbero fallito. Sai di essere arrivato ad un livello che altri raggiungono molto più avanti con l'età e che molti non raggiungono affatto.  E per questo te ne glori. Sembri forse presuntuoso ma sappiamo bene che non è così. Ed è giusto che tu ti renda conto di ciò che essenzialmente sei. Ed è bene così.
  
D'altro canto me ne rendo conto anche io. E questo in quel momento mi è sembrato un male. Perché se io non mi rendessi esattamente conto di ciò che sei non avrei reagito a quel modo e ora non mi sentirei così. Perché alla fine io non sono niente, ho avuto una vita essenzialmente facile , un periodo brutto perché ero troppo debole e lo sono anche ora in un certo senso ... e non posso lamentarmi di nulla eccetto che per qualcosa che forse non è stata esattamente come volevo ma non ha importanza. E tu vedi la parte che vedono tutti: brava , educata , non stupida , che aiuta in casa essenzialmente una figlia e una ragazza "modello". Cazzate. Lo sono sì ma è una misera parte se paragonato a tutto il resto. Insignificante.

Zero volontà, zero voglia di fare,nessun legame degno di nota, nessun motivo per fare niente. Mi lascio trasportare senza obbiettivi. Cinica , insensibile, apatica , mi importa veramente di qualcuno ? No , non penso proprio. Mi interessa solo in relazione a me stessa, solo perché altrimenti resterei sola. Egoista, profondamente egoista. Falsa e bugiarda. Ipocrita essenzialmente sono fatta di ipocrisia, la so gestire più o meno bene e sono in grado di dimenticare sensazioni ed emozioni in tempo record. Prendo una decisione e quella persona, quel l'avvenimento perde di importanza e significato. Tutto svanito nel giro di pochi attimi, chiudo gli occhi li riapro e bum, più nessuna emozione. Facile. Semplice e senza nessuna conseguenza. Per me.

Solitudine. Essenzialmente sono anche questo, sola. E la cosa peggiore è che non mi dispiace. So cosa dovrei provare, come dovrei comportarmi, cosa sarebbe giusto fare e nonostante questo non lo faccio per mancanza di voglia. E quando me ne rendo conto mi arrabbio con me stessa, dovrei fare quella determinata cosa e dovrei effettivamente provare quel determinato sentimento, sarebbe la cosa più normale la cosa più giusta e invece no. Niente. Il vuoto più totale (come se dire solo "vuoto" non bastasse a rendere l'idea).

Io sono quella che distribuisce consigli, superiore alle cose che accadono agli altri, distaccata completamente dalla realtà. Siamo io, il mio mondo e la finta vita che ho al di fuori di esso.

To be continued ...

lunedì 15 maggio 2017

La mia "amica"

C'è chi non ci riesce a stare da solo. Non riesce a vivere senza avere qualcuno accanto, c'è chi non riesce per via di un'infanzia o di una serie di anni difficili, c'è chi non ci riesce semplicemente perché ricerca attenzioni. C'è chi non riesce a stare solo e si attacca a qualunque persona un poco gentile le capiti nella sua strada, spesso illudendosi.

E poi ci sono io; che ho imparato a conviverci con la mia solitudine. Che probabilmente fin da quando ero piccola mi rifugiavo nella mia solitudine, era mia, era ciò che volevo, era tutto quello di cui avevo bisogno. Lì dentro potevo essere ciò che volevo e creare ciò che volevo. Questo quando ero piccola ovviamente. E crescendo ho tentato di abbandonarla e di uscire da questo guscio ma le persone , che così amabili e tenere non sono mai, mi hanno rispedito da lei.

Io e la solitudine viviamo bene assieme. Non sento necessità di rivelare particolari sulla mia vita a nessuno e quando torno a casa da una lunga giornata l'unico pensiero positivo che ho è il riuscire ad avere la mia camera tutta per me per poter starmene un po' da sola e riposare.

Non sono una che rivela niente a nessuno. Penso sinceramente che a parte la mia famiglia nessuno al di fuori conosca quello che succeda all'interno. Nemmeno la mia migliore amica. E' una cosa mia e così deve restare. Egoista? Forse. Ma è un ottimo modo per non rompere le palle agli altri e perché questi non le rompano a me.

Quando in estate rimango completamente sola, perché con i vari esami non combino quasi mai con i miei coinquilini, mi assale la solitudine. E in alcuni momenti è veramente angosciante e logorante però mi basta alzare un attimo gli occhi e ricordarmi chi sono, cosa ho ottenuto e quello che ero perché ciò passi.

Io e la solitudine stiamo bene assieme perché io sono convinta delle mie scelte, dei mie errori (che poi tanto errori non si sono rivelati), perché sono convinta delle esperienze che ho fatto e sono passate ed è giusto così, io e la mia solitudine stiamo bene assieme perché sono una testarda, una convinta fino al midollo delle sue azioni che ogni tanto vacilla perché è giusto così perché alcune decisioni del passato possono far male , ma ragionando è la scelta giusta.

Io e la mia solitudine stiamo bene assieme perché prima di qualunque gesto ho passato mesi interi e notti insonni a ragionare aiutata da lei (la solitudine)  e sono finalmente arrivata alla conclusione più giusta.

Io sto bene con la solitudine perché se imparo a stare bene con lei, imparo a fare a meno delle persone superflue. Io sto bene con lei perché con lei nessuno mi fa del male.

Ci si può imparare a convivere, con la solitudine o ci si può annegare dentro. A voi la scelta.

domenica 30 aprile 2017

00:07

Avete mai visto qualcuno circondarsi di persone intelligenti per anni? Io ero così. Mi circondavo di amici intelligenti e interessanti e vivevo di rendita sotto la luce della loro intelligenza.
Per anni professori, amici e conoscenti erano sempre a riferirsi a noi come persone intelligenti e dotate. A farci complimenti, apprezzamenti e a farci sentire un po' dei piccoli pesci fuor d'acqua che però avevano i loro pregi e caratteristiche positive che ci avrebbero portati sicuramente fuori dagli schemi normali.

Questi complimenti gratuiti fatti non per verità riconosciuta ma perché semplice dato di fatto generale, non hanno portato negli anni a nulla di buono. Questi apprezzamenti eccessivi non fanno bene e almeno per quanto riguarda la mia persona (dato che le mie conoscenze intelligenti non fanno più parte della mia vita ma da quel che ricordo posso dire che apprezzare troppo una persona la rende un narcisista ossessionato dalla perfezione e dal controllo) mi rendono imbarazzata e alquanto incazzata.

Tutta questa intelligenza e bravura che mi vine riconosciuta mi fa incazzare. E parecchio. Io non sono così, questa pseudo intelligenza che ogni tanto appare sono solo riminiscenze del passato. La mia mente è vuota e la mia volontà inesistente. E pure c'è gente che continua a farmi complimenti. Che io puntualmente non accetto o che mi lasciano questa vaga aurea di rancore.

Come se quelle persone non riuscissero a vedere la vera me e come se io mi portassi appresso anni di conoscenza e modi di fare di quelle persone intelligenti e carismatiche che conoscevo in passato. Posso affermare con certezza che non conosco nessun aneddoto interessante o divertente riguardante un argomento in particolare. Non conosco storielle su personaggi importanti, non conosco libri, film, musica in modo specifico. Non ho una vasta cultura in niente e non ho alcun interesse particolare del quale posso parlare per ore.
Sono una persona assolutamente vuota e priva di interesse e questi continui complimenti non fanno altro che aumentare la mia ulcera.

Detto ciò , grazie per aver permesso il mio sfogo
Cordiali Saluti


martedì 18 aprile 2017

Capolinea

Arrivi a quel punto della vita che non sai più che cosa fare di lì in avanti. Non sai neanche se valga o meno fare qualcosa. Però i giorni passano ed è bene impiegarli in qualche modo. C'è chi si riempie la testa con lo studio, chi pensa, chi legge e chi si diverte facendo del sano sesso terapeutico (che anche questo finirà per non avere più senso e per essere paragonato allo stesso limbo di tutte le altre cose).

La verità è che dovremmo scappare. Prenderci del tempo per noi, da soli. Anche se soli ci si può sentire ogni giorno non ha importanza; si prende un treno, una macchina, una bici, anche le proprie gambe e si va via. Si evade da tutto e ci si isola in una solitudine terapeutica che calma lo spirito (spirito , anima, mente chiamatela come volete). Si rimane lì per ore , se possibile giorni, e ci si ricarica di quell'energia sprecata a ... non fare niente. Perché questi sono giorni persi, persi a non vivere, persi ad andare avanti per inerzia , perché si è sempre fatto così e fermarsi equivarrebbe a morire. Come se ora fossimo vivi.

Io ammiro chi è riuscito a fare della propria vita il suo successo, il suo sogno. Sognare qualcosa e finire per realizzarla, per farla, per vivere ogni giorno quel sogno che adesso è diventato realtà. Ammiro chi ha ancora un sogno. Chi ha energie a sufficienza per realizzarlo, per renderlo possibile, per credere ancora in lui. Ammiro chi ha ancora voglia di fare. Chi ci riesce e si muove. Si alza e lavora.

Se mi dessero adesso un lavoro in mano, qualcosa da fare per cui alzarsi ogni giorno e realizzare qualcosa di concreto io mollerei tutto e lo farei. Anche senza paga solo per alzarmi e rendermi partecipe della vita. Anche solo per sentirmi parte di qualcosa.

Penso a quando da piccola ogni volta che capitava i miei mi portavano in giro. Feste, concerti, serate , ogni cosa che volevano fare io ero con loro. E crescendo con le mie gare ero io a portare "in giro" loro, anche se i miei di giri erano più stancanti e sacrificati. Ma era comunque un uscire a fare qualcosa, a respirare aria nuova , a vedere il mare e sentire che c'era qualcosa oltre la monotonia. Oltre la vita statica di tutti i giorni. Era un vivere, un girare, un non fermarsi mai. Era ridere ogni giorno e ogni momento, era riuscire a scherzare su ogni cosa. Prendere una boccata d'aria e sentirsi felici, sentirsi nel posto giusto al momento giusto.

Rimpiango quei giorni.

domenica 5 marzo 2017

Metafora

Ho vomitato talmente tante id quelle volte che ho perso il conto. E ancora oggi quando mi sveglio male o sono particolarmente stressata la nausea si fa sentire. A volte più forte a volte meno.
Ricordo un primo dell'anno, avevo dormito con tre amiche in una mia casa che era sfitta. Due di queste se ne erano andate subito dopo la colazione. La terza, che allora era praticamente mia sorella era rimasta con me. Volevamo rimanere lì, potevamo stare da sole. Poi io iniziai a stare male. Ricordo che eravamo stese a ridere sul letto matrimoniale, stavamo ridendo tantissimo e in quella stanza in quelle ore la luce era pazzesca. Il sole entrava meraviglioso e faceva stare ancora meglio.
Ridevamo da pazze.
Voleva mangiare lei e ci alzammo. E io corsi in bagno. Mi chiusi dentro. E lei da fuori gridava per sapere come stessi. Continuavo a ripeterle che stavo bene, che non si doveva preoccupare. Che andava tutto bene e fra poco sarei stata meglio. Quando uscii lei era preoccupatissima. Mi venne da sorridere.

Questo è più o meno il rapporto che io ho con le persone. Si può riassumere in questa immagine. In questi momenti. Chiusi fuori tutti quanti ma comunque devono rimanere. Stare lì alla porta a chiedere se stia bene oppure no. E come posso in queste condizioni pretendere che loro rimangano? Che rimangano invariabili? Così logicamente cambiano, cambiano perché dopo un po' le persone sono stufe di chiedere senza ricevere una risposta in cambio. Una risposta vera o esaustiva, E quindi quelle persone inevitabilmente non ti piacciono più. E finisci per "liberartene".

Che sia un bene od un male non è dato saperlo. Accade e basta. E se alla fine non ci stai neanche tanto male, forse non hai avuto torto ad escluderle dalla tua vita. Certo a volte tornerai sui tuoi passi, ripensando alle serate passate assieme, ad alcuni momenti. Ma saranno ricordi che rimangono e ripensandoci veramente bene troverai in quei ricordi, in quei momenti un po' di amarezza. Un po' di tristezza. Quella stessa tristezza che alla fine, anni dopo, ti ha portato ad abbandonare tutto.

lunedì 20 febbraio 2017

Contrappasso

Passo alcuni attimi nella macchina di mio babbo da sola. E' parcheggiata davanti a quel parchetto dove giocavo da bambina. Adesso gli alberi sono senza foglie e si vede il cielo rischiarato. Fra poco sarà il tramonto. Di lato ci sono le scuole Elementari, non sono cambiate eppure mi sembrano così diverse...
In quel parco ci passavamo le ore dopo il pranzo. Era il nostro giardino, Il posto dove giocare, urlare, far prendere paura ai vecchietti. Le maestre se ne stavano sempre nella stessa panchina a conversare tra di loro. Ci lasciavano liberi. Sapevamo esattamente dove potevamo andare, quanto potevamo spingerci oltre e dove invece era bene fermarsi. Al centro della piazza c'era una fontana di marmo, giocavamo a rincorrerci girandoci attorno oppure noi bambine ci fermavamo a sedere sul suo gradino a disegnare con i gessi o a tirarci i sassi dentro. Cose che non si potevano fare. Era vietato. Però c'era quel sano brivido di disubbidienza.

Alle volte le maestre ci radunavano e ci facevano giocare tutti assieme. In quei momenti si incontravano gli altri bambini delle classi vicine, che in altri momenti era quasi impossibile vedere. Così scoprivi volti nuovi e trovavi nuovi amici. E allora quell'uscita si rivelava importante perché era il momento in cui ritrovarli. Aspettavi quelle ore con impazienza per poterli rivedere.

C'era una certa divisione tra maschi e femmine. I primi giocavano in modo più vivace rincorrendo un pallone o correndo in giro per la piazza, le seconde erano più calme e giocavano quasi sempre negli stessi punti. Ci dividevamo in piccoli gruppetti a seconda del carattere, delle preferenze di gioco. In questo ho sempre invidiato i maschi, possono anche avere gusti differenti ma non finiranno mai per dividersi in gruppi. Certo avranno le loro preferenze sul gioco e allora ci sarà magari la scelta tra pallone o nascondino, ma non si  creeranno mai tensioni tra di loro, gruppi diversi perché non si sopportano. A loro basta un pallone per essere amici.

Noi donne siamo troppo complicate, troppo sciocche. Siamo persone che guardano troppo alle differenze, che su queste ci formano tutta una vita. Si dividono a gruppi e cercano solo persone come loro. Se non segui il percorso, se non fai la classica "vita da ragazza", parti svantaggiata. E lì iniziano i problemi.

Io adoro essere donna. Mi piace il nostro essere lunatiche, il nostro urlare quando siamo felici, i nostri momenti di pazzia, il formare quasi una setta satanica quando ci riuniamo in una stanza a confabulare. Mi piace il mio corpo, la forma , i lineamenti , tutto del corpo femminile è più bello, più leggero, più elegante. Tutto sembra fatto con più attenzione, più rispetto.
Però essere uomo è più facile. Nascere uomo anche adesso, anche nei tempi moderni è più semplice. Ti salva da un sacco di cose, poi dovremmo anche stare attenti a che tipo di uomo ma questo è un'altro discorso.

Semmai avessi un figlio vorrei fosse un maschio. Non che se avessi una bambina non l'amerei allo stesso modo, ma io le femmine proprio non le capisco.

mercoledì 15 febbraio 2017

Valentino Giorno

Il giorno di San Valentino per molti può essere una vera e propria tragedia. Come tutte le feste che si rispettano ci sono sempre troppe aspettative e alla fine succede sempre il disastro o che si conclude la serata in disperazione stesi sul letto a mangiare frutta ricoperta di cioccolato. (che comunque sta frutta della vecchia dell'emporio sotto casa, te porta in paradiso)

San Valentino comunque dovrebbe essere "la festa degli innamorati". Hanno mai detto delle coppie? E' mai trapelata da qualche parte sta cosa? No. Eppure tutti la danno per scontato. Perché ovviamente chi c'è più innamorato delle coppiette innamorate? E quindi giocano sul consumismo. E anche sul fatto che o l'uno o l'altro avranno qualcosa da farsi perdonare e allora giù regali.

Ma alla base di tutto c'è l'essere innamorati. Quindi se io fossi innamorata che so della vita, del cibo, di uno sport, di un amico o amica, della mia famiglia, delle cose in generale ... dovrei festeggiare. Dovrei festeggiare comunque. Perché va bene che in una coppia,  l'amore che si prova per l'altro, dovrebbe essere festeggiato ogni giorno; ma l'amore in generale troppo speso passa in secondo piano. E secondo me un po' San Valentino, se preso nel verso giusto, ci aiuta a ricordarcene.

Perché questo giorno è (diavolo come sono ripetitiva) per l'amore. E se io in questo giorno mi rendo conto ancora di più delle persone a cui voglio bene, delle persone che amo, delle persone che mi stanno accanto, perché non dirglielo? Perché non festeggiarle? Per una volta una sana botta d'amore.

Un pensiero carino, sdolcinato, sciocco, non importa. Basta vedere e capire che non siamo soli. Che qualcosa di buono c'è. Che forse sarà che sono mezza rincoglionita e è come se mi fosse passato sopra un tir ma io questo giorno proprio via non lo butterei. Non starei troppo a deprimermi dietro all'essere "single" (da leggersi assolutamente come si scrive non con la pronuncia corretta!) non starei troppo lì a essere gelosa o che diavolo so io dietro alle coppiette che si regalano rose o altro. Perché quella alla fine è solo una facciata stupida, solo il modo commerciale di festeggiare. Per poi fare la classica fotina e metterla ovunque.

Insomma questo è il giorno (che poi era ieri ...) di tutti coloro che sono innamorati. A me piace che ci sia questo giorno perché, anche se quasi mi impone di ritrovare quelle persone che troppo spesso do per scontate e che invece ci sono e alle quali voglio veramente bene, posso dirglielo senza problemi e evitare per una volta di cadere in quella sciocca depressione che questa festa pare imporre.


domenica 5 febbraio 2017

Scappando


"Scappare non è sempre sbagliato, a volte va bene, l'importante 
è che scappi solo da quello che non vuoi per rifiutarlo, 
e non da quello che vuoi perché hai paura."


Io sono scappata. L'angoscia era finita da un pezzo c'era solo la voglia di cambiamento, di andare via, di fuggire da tutti senza sapere a cosa bene andassi incontro. Non lo so neanche ora per la verità. Non ne ho un'idea chiara.
Scappare a volte è salutare e serve per capire molte cose e soprattutto per crescere. Il difficile viene quando, per paura appunto, uno scappa da una situazione che potenzialmente potrebbe portarlo alla felicità. O comunque a essere contento per un bel po' di tempo.
Tutte quelle stronzate su "la vita è breve dobbiamo vivere ogni attimo" si ma mica è facile cazzo. Mica te ne rendi conto che la vita non è infinita. Non hai un mezzo di misura per capire esattamente quanto potresti godertela.
Se avessimo tutti il giorno preciso della nostra morte forse riusciremo a viverla meglio questa vita. Riusciremo a fare meglio una pazzia, riusciremo anche a essere felici veramente. Perché avremmo davanti agli occhi il nostro Tempo. Quella è la nostra Vita, i nostri giorni, i nostri mesi. Vedere esattamente quanto possiamo ad esempio essere adolescenti, quanto possiamo permetterci di essere degli stupidi, quanto invece possiamo correre rischi.
. . .
Ho divagato
. . .
Però così mica è facile. Mica è facile non scappare da una cosa magari bella, per paura. Che poi uno alla fine mica lo sa se ti rende felice. Magari ti fa star bene per quel momento. E poi? E se poi finisce tutto in un disastro? E siamo sicuri che mi farà star bene veramente?
Troppe domande nel cervello. Troppa ansia e paura che ci bloccano. Dovremmo spegnere tutto e respirare un attimo. Fare più pazzie, pensare di meno. Pensare soprattutto molto meno alle conseguenza. Che anche se ci fossero che importa? Passiamo oltre. Ci sentiamo un po' di merda lì per lì e poi passa. Perché passa eh. Ce ne ricorderemo per sempre ma il sentimento vero e proprio si affievolisce fino a passare del tutto.


Non ricordo il motivo per il quale avevo cominciato questo post.
C'era un percorso che volevo seguire e me ne sono dimenticata. Vedi che succede quando inizio un post alle due di notte e lo finisco il pomeriggio del giorno dopo? Vabbé. Bono.
Ci si sente al prossimo post.


Che comunque,
Scappare è sia da coraggiosi che da codardi. Se scappi da codardo lo rimani per tutta la vita. se scappi da coraggioso non è detto che questo titolo ti resti. Ma a discolpa dei codardi devo dire che, anche per scappare come fanno loro, c'è bisogno di coraggio. Perché in alcune situazione essere codardi vuol dire anche pensare solo a se stessi. E potrebbe essere una cosa che a volte è bene fare.

Forse sia il coraggioso che il codardo scappano, con due sentimenti differenti, per la stessa ragione:
Il proteggersi. 




venerdì 3 febbraio 2017

Divagando

Devo assolutamente riuscire a studiare, cosa che non sto facendo da giorni. Anche se amabilmente dico a tutti il contrario.  lol.  Forse ho qualche problema mentale o semplicemente la noia nel mio corpo ha superato i livelli stabiliti dai parametri Europei e io sono un po' come l'Italia che non vuole rientrare nei ranghi.

Non che le cose che dovei studiare siano pesanti o incomprensibili, al contrario so per certo che le troverei estremamente interessanti ma proprio non ce la faccio. Non riesco. Posso tornare bambina? O comunque posso tornare ad un periodo della mia vita dove non dovevo fare un cazzo e potevo spassarmela alla grande?

In camera mia ci saranno almeno 10 gradi in meno rispetto a tutto il resto della casa. Finirò per congelare. Il calore mi evita, gli faccio schifo proprio. Forse sa che sono una persona orribile e persone brutte e cattive non meritano di avere una stanza temperata.

E poi mi prendono le mini botte di depressione dove il mio cervello smette ogni pensiero elaborato fino a un secondo prima e si ferma, così come i miei occhi che si fermano a fissare un punto indistinto della stanza. E rimango per minuti lì. Avete presente quei video di canzoni tristi, del male di vivere dove c'è la tipa o il tipo di turno che aggrotta la fronte e sta in pena per chissà quale tragedia? Ecco uguale. Solo che solitamente io non mi trovo in una spiaggia o in una baita di lusso ma sto avvoltolata nei plaid, struccata e sfatta.

Ho talmente tanti oggetti e oggettini in camera mia che potrei fare un museo dell'antiquariato. Potrei davvero vendere tutto quanto. E poi però mi mancherebbero gli oggetti per ricordare. Anche se in compenso farei soldi ... quindi sì, forse vendo tutto.
Per caso vi interessa una Coppa del Premio Letterario Nazionale del '92?!


lunedì 30 gennaio 2017

"Botta" dal passato

Avete presente quando vi prendono quei momenti di piacere insensato? Quando vorreste scoparvi anche il tavolino per dire ... (sì, sono una signorina e certe cose non dovrei dirle). Ecco. Io questa roba l'ho scritta un anno fa. Francamente me ne pento. Profondamente.
Però è un lato della mia persona. E dato che ho riattivato questo blog è bene che io mi mostri per quella che sono adesso. O almeno è questo lo scopo. Oppure non c'è un vero scopo è solo che mi pento terribilmente di ciò che ho scritto e per espiare le mie colpe lo rendo pubblico perché l'umiliazione mi perseguiti a vita.

"Mi bagnavo solo a guardare i suoi occhi scuri. Non aveva senso questa cosa. Non mi aveva mai sfiorato eppure guardandolo il mio corpo non capiva più niente. Come la mia testa. Volevo mi facesse sua. Volevo i suoi occhi sul mio viso e le sue mani tra il mio corpo. No, non aveva senso e non ne avrebbe avuto mai. La mia razionalità era così reale che mi fermava di fronte alle richieste ma poi, lo guardavo … lo ascoltavo. Leggevo ciò che mi scriveva ogni sera e le mie gambe avevano un fremito.
Se solo le sue labbra fossero state con me … le sue mani ad accarezzarmi il mio viso … toccare le mie labbra … percepire i miei gemiti. Solo a questi pensieri la voglia aumentava. Mi bagno, non rispondo di me, divento paonazza … Immagino le sue mani che afferrano il mio busto trascinandomi al centro del letto, le sue dita che si muovono dentro di me accarezzandomi mentre il suo sguardo intenso mi fissa facendomi scogliere. Lentamente. Piano, continuando a guardarmi, scende lungo il petto leccandomi. La piccola punta della lingua fa piccoli cerchi attorno ai miei capezzoli per poi succhiarli con voglia. Scivola lungo il mio petto mentre la mia schiena s’inarca. Le sue mani aprono le mie gambe e inizia a leccare. Il suo intento non è personale: vuole farmi venire. Farmi godere. Sa che non lo fermerò anzi, chiederò che mi assaggi ancora. Sa come muoversi. Quei tochi mi fanno contorcere, persino il loro pensiero mi fa muovere.  Fermandosi un attimo prima che io venga la sua lingua finirà la sua bevuta. Mi prenderà per il collo portandomi a sé e mi mostrerà il suo sesso pulsante. Inserirà solo la punta muovendola leggermente. Facendomi aprire ancora. Vogliosa. Bagnata. Ancora. Più di prima. Ancora. Ne voglio ancora. La sua ultima perversione sarà il sentirmi completamente arrendere alla sua volontà, il volerlo. Lo voglio, ora. Un colpo secco, una botta finale. Spinto fino in fondo per farmi venire.
Ecco, io al solo pensiero mi eccito, lo desidero. La mia saliva aumenta e la mia lingua freme. Voglio assaggiarlo. Voglio che mi faccia sua. Lo voglio, ora. "


P.S. Sì, mi vergogno come una ladra. Sì non stavo pensando ad un tavolino ma ad un uomo in carne ed ossa ... soprattutto carne ...

P.P.S. Che poi è scritto anche di merda ed è visibilmente orribile senza neanche uno spazio o due caratteri diversi ma ora non stiamo qua a vedere sti difetti ... oppure si ... fate voi. 

giovedì 26 gennaio 2017

C.


                 Ci sono creature assegnate che non riescono a incontrarsi
                 mai e s'aggiustano ad amare un'altra persona
                 per rammendare l'assenza. Sono sagge. Io a vent'anni
                 non conosco gli abbracci e decido di aspettare. 
                 Aspetto la creatura assegnata.

       - Erri de Luca, Tre cavalli


"Creatura" . Non dice "donna" o "uomo", non usa il maschile o il femminile.
E' semplicemente "creatura". Figlia di qualcuno che l'ha lasciata su questa terra per amare.
(in questo caso l'uso del femminile è d'obbligo dato che mi riferisco alla Creatura)



domenica 22 gennaio 2017

Immagini sciolte

Fresco. Fresco è il mattino che entra tra le pieghe della tenda e ti batte sugli occhi per farti svegliare. Fresco è il profumo del bucato messo a stendere. Fresco è il volto di un ragazzo incontrato alla stazione. Fresche sono le pieghe della gonna di mamma la domenica mattina. Fresco il profumo del dopobarba di mio padre.

Allegro. Allegro è il sorriso di mia nonna quando canta una canzone, quando ride, quando scherza. Allegri sono i suoi occhi quando prepara un dolce, quando posso aiutarla o ancora di più quando è lei che può aiutare me. Allegro è il muso di quel cane che ogni volta che lo incontro mi salta addosso e scodinzola felice.

Ovvio. Ovvio è lo stupore nei tuoi occhi con quel primo bacio. Ovvio il tuo amore così puro e sciocco che non vorrei mai rovinare. Ovvio è il destino di chi per una storia o per un'altra ha scelto una strada che non era la sua. Ovvia è la fine di un amore che non è il suo.

Pesante. Pesante era il peso della distanza (frase scontata che fa sempre il suo effetto). Pesante erano i carichi da portare sulle spalle ogni mattina di quei giorni di scuola. Pesanti erano le parole, le azioni, le risate. Pesante era il peso del corpo sotto quei pensieri.

Ruvido. Irto. Morbidi erano invece quei vestiti, quegli oggetti con i quali uno si circonda per sentire calore. Morbidi i fianchi di una donna da poter stringere e provare piacere. Morbido il letto su cui piangere per poi abbandonarsi. Morbidi i cuscini con i quali giocare.

Giocare a nascondino, a mosca cieca, giocare persino a vivere. Vivere di qualcosa che non si possiede. Credere di vivere e rimanere sospesi su una soffice nuvola rosa. Sospesi nel tempo e nello spazio.

Pensa che meraviglia eh? Sospesi nel tempo. Tu ancora giovane e bello, io ancora piccola e innamorata. Ma caro Mondo me lo hai insegnato tu, sospesi nello spazio ancora è possibile ma il tempo .. quello non lo fermi più.

martedì 17 gennaio 2017

Ba-che-ca

Ho scritto talmente tante cazzate che me ne pento profondamente. Anche solo a rileggere i titoli mi sale la tachicardia e la vergogna e mi assale la voglia di eliminare tutto. Probabilmente avrei dovuto fare più cazzate nella vita invece di scriverle ma ormai è andata così. Che poi un cazzo, ho appena 20 anni di tempo ne ho da vendere. Ma seriamente, mi vergogno come una ladra di ciò che scrivevo.

Di stupidaggini o di cose ne ho fatte anche io. Più negli anni passati. Solo che a volte non me ne ricordo, non ci penso. E' passato così tanto tempo e sono cambiate così tante cose che non me ne ricordo.
Ho una bacheca in camera che mi aiuta nei momenti di sconforto a ricordare tutte le cavolate fatte fino ad adesso. Che poi magari non sono nemmeno cavolate:

Ci sono gli autografi sui biglietti dello spettacolo di Ficarra e Picone visti un estate con i miei genitori; c'è il volantino con tanto di biglietto e foto dello spettacolo di Baz (presente il comico ...?) del 2012 visto con la mia migliore amica un estate con tanto di cover dopo, di non ricordo quale gruppo ma ricordo noi abbracciate su uno scalino a cantare a squarciagola;
Ci sono i biglietti consumati della FIDS di due campionati regionali; la mia prima tessera da membro junior del WWF; un disegno degli Avengers che era assieme alla mia meravigliosa action figure di Hulk (che devo dire mi rappresenta alquanto ...);
C'è il volantino della cover band di Vasco dove suonò anche il suo tastierista con la barbetta arancione (e la mia amica fece colpo sul cantante e questo poteva dire altri concerti gratis); c'è il post-it di tutti i contatti del mio Liceo; un sacchetto con un bottone del mio giacchetto preferito (è un anno che lo devo attaccare ma dondolante sulla bacheca dà un tocco id classe); una bustina da zucchero vuota con su una di quelle frasone che a me piacciono tanto "La cosa seccante di questo mondo è che gli imbecilli sono sicuri di sé, mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi (Bertrand Russel)"
C'è un fiocco di neve fatto con la carta, un sudoku fatto al Liceo nascosto da vari volantini di musei dove devo ancora andare; c'è la frase del biscotto della fortuna mangiato in un estate meravigliosa a casa della mia amica (si praticamente sto solo da lei)
C'è un bigliettino dei BaciPerugina con una frase di Dante; il biglietto della galleria degli Ufizi assieme al biglietto da visita del ristorante in cui sono stata con un amico prima del museo (era il giorno della maratona quindi la città era mezza chiusa e io volevo sparare ad ogni pirla che avesse su delle scarpe da ginnastica e un numerino al petto);
C'è la carta che conteneva un biscotto della fortuna preso quest'anno l'ultimo giorno di lezioni prima delle vacanze ad un ristorante buonissimo assieme a quelle matte della mia Università; il biglietto da visita di un erborista che fa anche la Naturopata qualunque cosa significhi; ci sono i biglietti per Pistoia con tanto di orari dei pullman, la mia amica (che devo trovarle un cavolo di nomignolo) doveva fare da modella ad un fotografo alternativo e ci siamo lanciate all'ultimo minuto in quella che è stata forse la cosa più folle che riesco a ricordare, (in tre giorni non ho chiuso occhio, la serratura interna della porta era stata rimossa, il padrone di casa è entrato due volte la notte per usufruire del bagno e non mi pento affatto di aver chiuso a chiave la porta di camera e di aver rubato del cibo e aver lasciato la casa in disordine subito dopo essere scappate in direzione della stazione e non è finita lì ...)
Ci sono gli orari dei pullman per andare in città; il biglietto del concerto della Bandabardo; i biglietti del viaggio per il concerto di Caparezza; i biglietti del mio recente viaggio a Bologna in una clinica privata che sembrava un albergo a cinque stelle! e i biglietti del battello e dei musei di Venezia.

Ci sono anche altri fogliettini e foglietti ma sono minori e a rileggere tutto questo forse avrei bisogno di una bacheca più grande o di fare un po' di ordine ...
In ogni caso mi piace tenere tutte queste belle cosine perché quando passo così tanto tempo senza fare niente o senza vedere nessuno, entro nello sconforto e ricordare mi risolleva il morale.

lunedì 9 gennaio 2017

Partendo da un immagine


Quando la MIA allora migliore amica aveva appena preso la patente e scorrazzava allegramente in giro, IO ero un incosciente irresponsabile. Mi sono fatta le prime volte (parliamo di guida, ignoranti pervertiti) di tutti i miei amici e la cosa sconvolgente è che io entravo nelle loro auto senza alcun timore.

Ho affrontato un viaggio di un ora con la mia allora compagna di banco, che andava talmente tanto vicino al guardrail che è un miracolo che lo specchietto non sia magicamente scomparso e subito dopo (sempre lei) se ne stava nel bel mezzo dell'autostrada, uno zig zag continuo senza mai sorpassare nessuno. Al limite eravamo noi i sorpassati. E io non me ne ero neanche accorta. Per me era un'andatura normale. Me ne sono resa conto solo guardando le due tizie sedute dietro attaccate con le unghie ai sedili in preda al terrore.

Sono stata con la mia migliore amica ad una festa e lei ha guidato con il freno a mano abbassato per tutto il tragitto. Ma nonostante questo io non mi ero accorta di nulla è stata la tipa accanto a me a spellarmi via la pelle dal braccio per farmi notare la cosa. Sono viva per miracolo.

Ho affrontato i primi viaggi del mio allora amico ricco (non che adesso non sia ricco) con la sua macchina costosa e la sua velocità mostruosa con tanto di curve prese a 80. E ok ... qui me ne rendevo abbastanza conto.

Sono stata in macchina per vari tragitti con la mia amica napoletana (non che questo significhi qualcosa è solo per identificarla nella mia mente) e le sue salite incerte e le sue partenze ancora più incerte fatte appunto in salita. Però devo ammettere che salite a parte è molto responsabile e attenta anche se a volte fa la matta e va a tavoletta urlando.

Ho anche affrontato un viaggio con mio babbo (suona meglio padre me ne rendo conto ma, gente, per me è Babbo) e la sua macchina sostitutiva con il cambio automatico. Lascio all'immaginazione il resto ...

E poi c'è stata quella peggiore: la MIA prima volta. Dove presa dal panico per una strada sterrata nel bel mezzo del nulla, becco un fosso e la macchina mi slitta via e io per i terrore chiudo gli occhi urlando e mi pietrifico. Con mio babbo attaccato alla maniglia che  mi grida terrorizzato di fare qualcosa e fermare la macchina e visto che io non facevo niente ha tirato così forte il freno a mano che ho avuto paura si staccasse. Siamo rimasti venti minuti a fissare davanti a noi con gli occhi sgranati, lui con le vene delle braccia e del collo che pulsavano con il terrore negli occhi e io paralizzata incredula di non essermi sfracellata.
E' ancora traumatizzato.

Che poi a volerla dire bene ci sarebbe anche l'aneddoto della mucca che mi passa a un centimetro dalla macchina  e mi guarda con aria di sfida. Io inchiodo e la guardo a mia volta. Lei mi guarda. Io la guardo. Ci sfidiamo per pochi secondi poi lei alza lo sguardo. Io mi giro nella stessa direzione e vedo una mandria che viene correndo verso di me. Ho buttato via la cintura di sicurezza e la mia dignità.
Sono scappata via alzando le braccia e come beffa una volta passate a pochi metri dalla mia macchina sono sicura che quella stessa mucca dello sguardo sia tornata indietro e mi abbia fatto una linguaccia.
In tutto questo mio padre stava facendo pipì dietro a dei cespugli.

sabato 7 gennaio 2017

00:49 del passato

Che poi io non avrei mai voluto. Non avrei mai voluto andare via. Scappare via come una vigliacca da tutti, da tutto. Andarmene in cerca di qualcosa di migliore che poi migliore non è stato. Un calvario è stato. Anni d'inferno. Quella che sono lo devo a quegli anni mio malgrado. E ancora sono la stupida di un tempo. E esagero le cose per fingere di avere una vita. Quando invece io una vita non ce l'ho.Ho lasciato tutto, ogni cosa che mi riportasse a quel periodo è stata cancellata. Neanche i ricordi mi sono rimasti. Tutto svanito. Eppure mi rendo conto di aver perso tanto. E un lato di me ne è pure felice. E' contento di aver perso tutto quello perché alla fine tutto quello era deleterio, mi faceva male e io non me ne rendevo conto. No. Lo sapevo ma pur sapendolo mi teneva in vita. MI teneva fuori da quella casa che mi sembrava stretta. Nonostante loro non c'entrassero niente, quella casa mi sembrava stretta. Perché gli unici che avrebbero potuto capire il mio malessere erano loro. Quindi, nonostante le persone al di fuori mi facessero male, fossero false e non avessero un senso per stare lì con me ne avevo comunque bisogno. Per poter uscire, per far finta di non pensare. Ma il problema erano le notti. Quando rimani solo con te stesso e quelle serate a tentare di divertirsi non contavano più, erano come sparite in un attimo e restava solo quell'angoscia di sempre.
Ora ditemi voi uno come fa ad andare avanti. Eppure continua inesorabile la sua corsa o verso un altro tipo di declino oppure verso l'uscita. Di ricadute ce ne sono molte e non finiscono. Non finiscono mai. Però si continua e se siamo fortunati possiamo davvero trovarla quell'uscita.

Non ho più bisogno di te.
E' forse questa la cosa peggiore che può succedere ad una persona, il non essere più necessaria. Non stai con questa perché le vuoi bene, perché quella persona vale qualcosa per te. Lei ti è necessaria. E quando questa necessità cessa di esistere o quando la persona la trova in qualcun altro allora tu diventi obsoleto. Non servi più. Sei come un vecchio oggetto che viene tirato fuori solo con un ricordo, in un momento particolare o per caso. Per caso ... Non sei più qualcosa di indispensabile. Lo sei mai stato? Forse sì. No. Illusioni. Non lo eri e ti sei illuso, e quell'illusione serviva a te quanto alla persona che ti usava.

Frammenti. Frammenti di ricordi che si intrecciano mio malgrado mentre scrivo. Ma io voglio ricordare? Sì, le cose belle non le vorrei scordare. Ma in quelle cose belle è come se rivivessi un'altra realtà. Una fantasia, una storia che ho letto di cui rammento le parti divertenti. Come si può essere così ciechi. Eppure. Eppure lo si è. Per quieto vivere forse. Vivere poi. Mica si vive così. Stai lì e osservi lo scorrere dei giorni. Sempre uguali e tu lì a non fare niente. Progetti. Progetti che si accavallano ovunque e nessuno con cui realizzarli. Ma le persone ci sono. Perché non chiedere? Per paura? No. Perché tu eri l'oggetto di cui si poteva fare a meno succube di una felicità irreale e per evitare di vivere una mancata felicità non si chiama nessuno e si rimane chiusi nelle nostre stanze, nelle nostre "vite" a viaggiare , se ancora rimane, di fantasia.

venerdì 6 gennaio 2017

Questo nome

Ogni tanto mi viene in mente di chiedermi il perché di questo nome. Che poi è anche stupido come nome. Ma perché questo nome?

La storia di questo nome nasce taaanti tanti anni fa. Il tutto per caso.
Una mia amica d'infanzia che ormai amica non è più (perché, gente, capita anche questo quando si cresce. Non è vero che le grandi amicizie che viviamo da piccoli ci seguono per tutta la via. Ma forse c'è sempre una possibilità di ritrovarsi un giorno) insomma, questa mia amica mi parlò per la prima volta di blog. Blog. Parola sconosciuta all'epoca che ancora oggi effettivamente non comprendo (Ora invece è pieno de blog. Spuntano blog ovunque, alcuni rinascono anche pensate. Bloggheggiano tutti!)  Comunque me ne parò lei per la prima volta e io iniziai a spulciare nel magico mondo dei blogghisti. Creature sconosciute che si nascondono dietro un immagine ed un nome per poter parlare liberamente di tutto ciò che vogliono, e perché no, anche per essere capiti. Sì, un po' come gli esseri umani in generale ma dentro uno schermo di computer.

Fatto sta che mi piacque un sacco questa cosa. Questa idea nuova. (Piaciuto l'utilizzo di piacque? Robba eh?!) Dopo un po' di tempo questa mia amica, che ho anche nominato se non sbaglio diversi anni fa, forse con lo pseudonimo di Tia ... vabbè, mi rivelò che ne aveva uno anche lei.
E credetemi lei è veramente pazzesca a scrivere. Ha delle idee geniali ed uno stile perfetto. Ha vinto un sacco di concorsi. E spero vivamente che stia continuando. Non con il blog ma a scrivere.

Volevo dire anche io alcune cose dato che non me la cavavo male (devo dire che qua dentro ho dato il peggio di me. Credetemi potevo fare meglio!) Decisi di provarci anche io. Ma non avevo un nome. Così una sera a forza di chiedermi e chiedere a lei che nome sarebbe stato il migliore, mi fece "Dimmi le prime parole che ti vengono in mente. Senza pensarci." e io abbozzai cose a caso. La mia mente era completamente vuota e dissi davvero le peggio cose. Cose così sciocche. E tra queste c'erano anche "sole" e "pioggia". E fu lei a trovare il titolo. A scriverlo per la prima volta. Sole dopo la Pioggia.

E se all'epoca mi sembrava un nome stupido (e lo credo anche ora) ma gli davo un significato 'romantico' ora capisco che forse era il nome giusto. (E quella cavolo di foto là dietro deve essere eliminata) Perché quel sole dopo la pioggia io l'ho avuto molte volte. Con molti significati diversi. E il sole dopo la pioggia non è una speranza, non è un piangersi addosso sperando in quel sole. Quel sole non è una metafora. Quel sole è il sole caldo che ogni mattina ci viene a svegliare e che ogni notte illumina la luna (Eh? T'ho, nozioni di astrologia, così, gratis) E quel sole è lo stesso che si oscura per permettere la pioggia. E la pioggia è meravigliosa gente. Quel tintinnio che tranquillizza e quel suo odore di ... aria. Aria! Respirare finalmente.
Senza metafore. Solo pioggia e sole.
E nel meteo dopo ogni pioggia arriva sempre il sole.
Come dopo tanto sole arriva ogni tanto la pioggia a rinfrescare.


Quindi, in conclusione ho divagato ancora senza dire niente e senza aver detto qualcosa di concreto.
Prendete quel sole e quella pioggia come volete.

Loro rimarranno lì comunque.
Qualunque sia il vostro parere nei loro confronti.
Un po' come un buon amico.





P.S. Questa cosa l'ho scritta verso le tre del mattino ma mi è sembrata così sconclusionata e divertente in un certo senso, che non potevo ignorarla. Così vi rendente anche conto in che condizioni mentali sono messa hahaahah

mercoledì 4 gennaio 2017

Nulla da dire, parole da cercare ...

In questo momento dovrei studiare perché a breve avrò un esame. Ma la mia mancata voglia di farlo ormai è leggendaria quindi ...

Bhè che si dice? Novità? Nuovi amori, vecchie fiamme ...
Ultimamente sono troppo fissata con l'amore. Non il mio. Io non ne sono fornita. Penso più a quello degli altri. A come siano fortunati alcuni e sciocchi altri. A come forse è impossibile amare una sola persona per tutta la vita. O almeno quando sei giovane. Perché credo che con l'età amare una sola persona sia più facile. Che poi diciamolo , divertiamoci finché possiamo. O no?
Magari senza fare troppo le persone di merda.

Ultimamente sono tutti fissati con il sesso. E' una roba incredibile. O ci faccio più caso io o le becco tutte io ste persone. Roba da matti. Che a me sta anche bene ma dobbiamo parlarne in un certo modo, dipende dal contesto. Non puoi venire li e BUM butti la bomba. Non si fa.
Tutti maniaci stanno diventando. E tutti arrapati. Sono ormoni che girano nell'aria? No, perché fino a poco fa non eravate così. Non con me. Eppure io sono la stessa di dieci anni fa. Fisicamente parlando

Oggi mi va di divagare. E si vede che scrivo cose a caso? Ma proprio non ho voglia di studiare. Non ne capisco neanche il motivo. Preferirei cercarmi un lavoro quasi. Giornalista perché no. Tanto io non ho mai niente da dire, da giornalista invece avrei cose interessanti da scrivere. Potrebbe essere una buona idea sì.

Che poi non capisco perché debbano tutti per forza inquadrarsi in un lavoro. Fossilizzarsi lì. Senza andare oltre. Ultimamente ho conosciuto molte persone che fanno più cose, hanno molte cose carine da fare oltre al lavoro e all'università. E questa cosa mi piace! Tenersi sempre attivi. Fare tante cose. Che poi è quello che vorrei fare anche io ma puntualmente non faccio. Mi servirebbe una persona che mi prenda e mi butti fuori. A forza. E questa persona c'era anche. E io l'ho mandata a quel paese. Vabbé.

Ho parlato del niente anche troppo.