domenica 30 aprile 2017

00:07

Avete mai visto qualcuno circondarsi di persone intelligenti per anni? Io ero così. Mi circondavo di amici intelligenti e interessanti e vivevo di rendita sotto la luce della loro intelligenza.
Per anni professori, amici e conoscenti erano sempre a riferirsi a noi come persone intelligenti e dotate. A farci complimenti, apprezzamenti e a farci sentire un po' dei piccoli pesci fuor d'acqua che però avevano i loro pregi e caratteristiche positive che ci avrebbero portati sicuramente fuori dagli schemi normali.

Questi complimenti gratuiti fatti non per verità riconosciuta ma perché semplice dato di fatto generale, non hanno portato negli anni a nulla di buono. Questi apprezzamenti eccessivi non fanno bene e almeno per quanto riguarda la mia persona (dato che le mie conoscenze intelligenti non fanno più parte della mia vita ma da quel che ricordo posso dire che apprezzare troppo una persona la rende un narcisista ossessionato dalla perfezione e dal controllo) mi rendono imbarazzata e alquanto incazzata.

Tutta questa intelligenza e bravura che mi vine riconosciuta mi fa incazzare. E parecchio. Io non sono così, questa pseudo intelligenza che ogni tanto appare sono solo riminiscenze del passato. La mia mente è vuota e la mia volontà inesistente. E pure c'è gente che continua a farmi complimenti. Che io puntualmente non accetto o che mi lasciano questa vaga aurea di rancore.

Come se quelle persone non riuscissero a vedere la vera me e come se io mi portassi appresso anni di conoscenza e modi di fare di quelle persone intelligenti e carismatiche che conoscevo in passato. Posso affermare con certezza che non conosco nessun aneddoto interessante o divertente riguardante un argomento in particolare. Non conosco storielle su personaggi importanti, non conosco libri, film, musica in modo specifico. Non ho una vasta cultura in niente e non ho alcun interesse particolare del quale posso parlare per ore.
Sono una persona assolutamente vuota e priva di interesse e questi continui complimenti non fanno altro che aumentare la mia ulcera.

Detto ciò , grazie per aver permesso il mio sfogo
Cordiali Saluti


martedì 18 aprile 2017

Capolinea

Arrivi a quel punto della vita che non sai più che cosa fare di lì in avanti. Non sai neanche se valga o meno fare qualcosa. Però i giorni passano ed è bene impiegarli in qualche modo. C'è chi si riempie la testa con lo studio, chi pensa, chi legge e chi si diverte facendo del sano sesso terapeutico (che anche questo finirà per non avere più senso e per essere paragonato allo stesso limbo di tutte le altre cose).

La verità è che dovremmo scappare. Prenderci del tempo per noi, da soli. Anche se soli ci si può sentire ogni giorno non ha importanza; si prende un treno, una macchina, una bici, anche le proprie gambe e si va via. Si evade da tutto e ci si isola in una solitudine terapeutica che calma lo spirito (spirito , anima, mente chiamatela come volete). Si rimane lì per ore , se possibile giorni, e ci si ricarica di quell'energia sprecata a ... non fare niente. Perché questi sono giorni persi, persi a non vivere, persi ad andare avanti per inerzia , perché si è sempre fatto così e fermarsi equivarrebbe a morire. Come se ora fossimo vivi.

Io ammiro chi è riuscito a fare della propria vita il suo successo, il suo sogno. Sognare qualcosa e finire per realizzarla, per farla, per vivere ogni giorno quel sogno che adesso è diventato realtà. Ammiro chi ha ancora un sogno. Chi ha energie a sufficienza per realizzarlo, per renderlo possibile, per credere ancora in lui. Ammiro chi ha ancora voglia di fare. Chi ci riesce e si muove. Si alza e lavora.

Se mi dessero adesso un lavoro in mano, qualcosa da fare per cui alzarsi ogni giorno e realizzare qualcosa di concreto io mollerei tutto e lo farei. Anche senza paga solo per alzarmi e rendermi partecipe della vita. Anche solo per sentirmi parte di qualcosa.

Penso a quando da piccola ogni volta che capitava i miei mi portavano in giro. Feste, concerti, serate , ogni cosa che volevano fare io ero con loro. E crescendo con le mie gare ero io a portare "in giro" loro, anche se i miei di giri erano più stancanti e sacrificati. Ma era comunque un uscire a fare qualcosa, a respirare aria nuova , a vedere il mare e sentire che c'era qualcosa oltre la monotonia. Oltre la vita statica di tutti i giorni. Era un vivere, un girare, un non fermarsi mai. Era ridere ogni giorno e ogni momento, era riuscire a scherzare su ogni cosa. Prendere una boccata d'aria e sentirsi felici, sentirsi nel posto giusto al momento giusto.

Rimpiango quei giorni.