sabato 7 gennaio 2017

00:49 del passato

Che poi io non avrei mai voluto. Non avrei mai voluto andare via. Scappare via come una vigliacca da tutti, da tutto. Andarmene in cerca di qualcosa di migliore che poi migliore non è stato. Un calvario è stato. Anni d'inferno. Quella che sono lo devo a quegli anni mio malgrado. E ancora sono la stupida di un tempo. E esagero le cose per fingere di avere una vita. Quando invece io una vita non ce l'ho.Ho lasciato tutto, ogni cosa che mi riportasse a quel periodo è stata cancellata. Neanche i ricordi mi sono rimasti. Tutto svanito. Eppure mi rendo conto di aver perso tanto. E un lato di me ne è pure felice. E' contento di aver perso tutto quello perché alla fine tutto quello era deleterio, mi faceva male e io non me ne rendevo conto. No. Lo sapevo ma pur sapendolo mi teneva in vita. MI teneva fuori da quella casa che mi sembrava stretta. Nonostante loro non c'entrassero niente, quella casa mi sembrava stretta. Perché gli unici che avrebbero potuto capire il mio malessere erano loro. Quindi, nonostante le persone al di fuori mi facessero male, fossero false e non avessero un senso per stare lì con me ne avevo comunque bisogno. Per poter uscire, per far finta di non pensare. Ma il problema erano le notti. Quando rimani solo con te stesso e quelle serate a tentare di divertirsi non contavano più, erano come sparite in un attimo e restava solo quell'angoscia di sempre.
Ora ditemi voi uno come fa ad andare avanti. Eppure continua inesorabile la sua corsa o verso un altro tipo di declino oppure verso l'uscita. Di ricadute ce ne sono molte e non finiscono. Non finiscono mai. Però si continua e se siamo fortunati possiamo davvero trovarla quell'uscita.

Non ho più bisogno di te.
E' forse questa la cosa peggiore che può succedere ad una persona, il non essere più necessaria. Non stai con questa perché le vuoi bene, perché quella persona vale qualcosa per te. Lei ti è necessaria. E quando questa necessità cessa di esistere o quando la persona la trova in qualcun altro allora tu diventi obsoleto. Non servi più. Sei come un vecchio oggetto che viene tirato fuori solo con un ricordo, in un momento particolare o per caso. Per caso ... Non sei più qualcosa di indispensabile. Lo sei mai stato? Forse sì. No. Illusioni. Non lo eri e ti sei illuso, e quell'illusione serviva a te quanto alla persona che ti usava.

Frammenti. Frammenti di ricordi che si intrecciano mio malgrado mentre scrivo. Ma io voglio ricordare? Sì, le cose belle non le vorrei scordare. Ma in quelle cose belle è come se rivivessi un'altra realtà. Una fantasia, una storia che ho letto di cui rammento le parti divertenti. Come si può essere così ciechi. Eppure. Eppure lo si è. Per quieto vivere forse. Vivere poi. Mica si vive così. Stai lì e osservi lo scorrere dei giorni. Sempre uguali e tu lì a non fare niente. Progetti. Progetti che si accavallano ovunque e nessuno con cui realizzarli. Ma le persone ci sono. Perché non chiedere? Per paura? No. Perché tu eri l'oggetto di cui si poteva fare a meno succube di una felicità irreale e per evitare di vivere una mancata felicità non si chiama nessuno e si rimane chiusi nelle nostre stanze, nelle nostre "vite" a viaggiare , se ancora rimane, di fantasia.

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