mercoledì 23 gennaio 2013

Quei giorni di neve

In quei giorni scendeva la neve e nonostante il calore dei camini io continuavo a sentire freddo.
Il palazzo era illuminato a festa in quei giorni , mio zio il re amava molto le feste e il Natale in assoluto era la sua preferita. Gli piaceva perché poteva riunire tutti i suoi più cari amici e visto che era un buon re poteva anche aiutare le persone in difficoltà offrendo loro un pasto caldo o un posto dove passare la notte.
Ogni stanza del palazzo era addobbata a festa , le cameriere e i maggiordomi correvano per tutto il palazzo ala ricerca del posto migliore per un addobbo. Neanche mia zia stava un attimo ferma , sempre dietro ai miei cuginetti che si rincorrevano giocando con Ferdinand , il nostro shepherd.
Mia zia mi racconta sempre di quanto il natale piacesse a mia madre , lo vedeva come un momento di estrema gioia per chiunque . Lei era la prima a mettere il vischio in casa , le piaceva appenderlo per costringere mio padre a baciarla, proprio per questo lo appendeva nei posti più impensabili prorpio per farsi baciare più spesso. Mio padre invece era un gran musone , ma voleva un gran bene alla famiglia. Lui e mio nonno bisticciavano spesso , non si chiedevano mai scusa ma quando si vedevano la prima volta dopo la litigata si salutavano con un gran sorriso come se niente prima fosse accaduto.
Mia zia la sera quando ero bambina , mentre mi pettinava i capelli mi diceva sempre che avevo la bellezza pura di mia madre e gli occhi decisi di padre.
La vita a palazzo era molto dura , dovevo seguire l'etichetta a tutti i costi. Anche quando mio nonno , Il Re , morì nessuno pianse , non si mutarono in nulla le nostre abitudini. Io in quei giorni scendevo nelle stanze della servitù e piangevo in silenzio , per una settimana intera nessuno si accorse di me. Poi un garzone sentendo un lieve singhiozzare si accorse di me.
Quel garzone non era un ragazzo come gli altri e in quei giorni di neve io me ne resi conto, il freddo che sentivo dentro svaniva quando lui era nella stanza.
Ma non mi accorsi in tempo del suo piano , non abbastanza in tempo almeno.
Non in tempo per salvare la vita a l'uomo che voleva uccidere.
Quel garzone lo vedo ancora , ogni giorno è nei miei pensieri e ogni notte nei miei sogni. Rivedo i suoi occhi la prima volta chi incrociarono i miei. Ripenso alla primavera che aveva fatto breccia nel mio cuore ogni volta che mi sorrideva. Adesso a pensarlo lontano il mio animo ha freddo, non sente più quel calore tipico di un sogno , di un amore ormai lontano che speri di rivedere presto.

Questo natale non ci speravo più. Poi una rosa alla finestra, una lettera mai firmata, un ragazzo mascherato alla festa di natale che mi rendeva caldo il cuore. Gli occhi di un amore che è tornato da me.



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