sabato 11 febbraio 2012

Lettere al "professore"


 Caro professore,
mi dica lei come fa a vivere con la mia classe. Perché io non ci sono ancora arrivata! La capisco sa quando impreca contro di noi, quando sotto, sotto ci manda gli accidenti, quando vorrebbe bocciarci tutti per poter vivere in un mondo migliore , per lei. Però, caro professore perché prendersela con tutta la classe? Credo sia un vostro vizio , una vostra pecca. Riuscite ad individuare il colpevole di tutta la caciara però, non riuscite ad individuare tutti i complici e per questo , punite tutta la classe con severe punizioni : brontolate , compiti extra , note, dritti dal preside e sospensioni se proprio le gira male. (Che poi “dritti dal preside” si fa per dire! Perché noi non abbiamo un preside “presente”, ecco. Siamo quattro licei con un preside solo! Quattro licei di cui uno favoritissimo , uno di balordi , uno di personcine poco per bene e il nostro definito l’ultimo fra gli ultimi. Ma certo voi, professore, non potete farci niente).  
Come fate a sopportarci tutti?! Ma lei professore è fortunato, sì fortunato, perché lei passa solo una , due massimo tre ore con noi. Noi dobbiamo passare cinque , sei ore con noi! Roba da buttarsi di sotto alla finestra! (Cosa al quanto rischiosa visto che la classe è al secondo piano di un vecchio edificio). Mi chiedo dove trova la forza per alzarsi la mattina e dire “Vado a lavorare … ” per poi subito dopo pensare “con quella banda di capre” .
Credo che il suo segreto sia solo dire “Amo il mio lavoro”. Cosa al quanto difficile da credere con dei tipi come noi ma confido che il suo amore per il lavoro di professore sia molto più grande dell’odio nei nostri confronti.
Per concludere vorrei farle sapere che anche io non sopporto certi elementi della mia classe e la prego vivamente di eliminarli da questa scuola il prima possibile o almeno di levarli dalla mia futura classe !
La ringrazio per avermi permesso di scriverle
Cordiali saluti
Alikea


P.S. ringrazio il mio professore per avermi concesso l’espressione “capre” con cui ci chiama affettuosamente.







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