mercoledì 23 ottobre 2013

Your Arms All Over

Stesa sul letto lo vidi rientrare.
Lo guardai rassegnata a dover di nuovo litigare. Ma non disse nulla.
Guardò fuori dalla finestra,tolse il giacchetto di pelle nero, si sbottonò la camicia e si sdraiò sul letto,supino.
Con le braccia sotto la testa a guardare il soffitto.
Rimase lì , fermo per un po.

Poi quando si accorse che lo guardavo, girò prima lo sguardo e poi la testa verso di me. I baffi e il pizzetto seguirono la sua bocca in un sorriso. La mano con gli anelli, freddi sul mio collo mi portarono accanto alla sua bocca.
Rimasi immobile.
Una mano gli toccava il petto, l'altra gli stringeva la camicia.
L'altro braccio, che fino ad allora era rimasto sotto alla sua testa, sfiorò la mia schiena fino a posizionarsi nella conca più profonda per stringermi ancora più a lui. Non ebbi più dubbi: lo desideravo, desideravo il suo corpo, il suo profumo e le sue mani, la sua bocca ... il suo petto nudo, era caldo, un  rifugio sicuro per me.

Piano,  con estrema grazie mi tolse il vestito che avevo indosso, accarezzò tutto il mio corpo e riprese a baciarmi. Le mani che seguivano gesti abitudinari , riti pagani già eseguiti, erano perfette, anticipavano con eleganza ogni mossa del piacere. I suoi capelli, lunghi, mi davano l'impressione di piccole gocce di pioggia che accarezzavano il mio viso.
Un sussurro, un "ti amo" non detto, un gemito.
Ormai la paura era passata. Potevamo iniziare ad amarci.
Quella notte come un unico corpo il suo profumo invase i miei sensi, le sue mani afferrarono la mia anima e il suo cuore batté come il mio.